Traversata da Sa Portiscra a Cumbida Prantas, di Franco Delogu.

02.04.2018 19:26

L’escursione parte dall’oasi di Sa Portiscra, in comune di Urzulei. Si tratta di una traversata nel senso sud-nord di una lecceta molto estesa, il che comporta il macinare un discreto numero di chilometri, circa una quindicina, per arrivare al bivio di Buchi Arta, tra Nuraghe Mannu e la strada che da Dorgali scende verso Cala Gonone.


Villaggio nuragico di Or Murales.

Lasciata una o più macchine a Cumbida Prantas, al bivio prima descritto, si rientra sull’asfalto, si risale alla galleria  e si imbocca la ss. 125 in direzione Baunei. A Ghenna Petta (km 187) si prende lo sterrato a sinistra che conduce a Sa Portiscra, dove si arriva dopo un paio di chilometri. Parcheggiamo all’ingresso della casermetta, e prima di partire scendiamo a vedere il villaggio nuragico di Or Murales, distante pochi minuti. Il sito è bello, suggestivo, immerso in un bosco spettacolare. Dispiace vedere la rovina e l’incuria, si potrebbe fare qualcosa per sistemare e valorizzare.


Si sale verso la cresta

Rientrati a Sa Portiscra prendiamo il sentiero che parte alla sinistra del corpo principale della casermetta, in direzione nord est. Dopo poche centinaia di metri il sentiero piega a sinistra, e cominciamo una salita dolce verso la cresta, in direzione della Fontana Bidicolai.

Dopo circa 700 metri di risalita il sentiero intercetta un pessimo sterrato: a sinistra si raggiunge la cresta e da qui lo sterrato scende verso la cantoniera Bidicolai, sulla 125 al chilometro 189,500. Svoltiamo invece a destra, direzione nord est, verso Fruncu Farruzzu, e più in basso  Punta Venadores e M.Tilimba. Lo scenario sulla destra è splendido, si domina la Codula Elune nel suo percorso fino al mare di Cala Luna. Siamo immersi in una lecceta che dicono rappresenti un vero e proprio primato europeo, per la sua lunghezza senza soluzione di continuità.

Si prosegue abbastanza agevolmente, lasciando a destra prima Fruncu Farruzzu e poi Fruncu Cunnu ‘e s’Ebba, si superano dei modesti dislivelli rappresentati da alcune codulette affluenti di Bacu Sarachinu, e poi si comincia a salire verso il passo di Arcu ‘e Sa Tùora.

Arrivati al valico, dopo una breve sosta per pranzo, ci dirigiamo verso sinistra, in leggera salita, e dopo circa 6-700 metri arriviamo all’arco di Suttaterra, bellissimo foro nella roccia, non molto grande ma con uno spettacolare panorama sulla sottostante vallata di Oddoene. Da qui una pista scende verso l’Orientale Sarda al km 193, distante poche centinaia di metri, si tratta del secondo collegamento dopo quello che parte dalla cantoniera Bidicolai.

Finita la visita all’arco di Suttaterra, torniamo al valico di Arcu ‘e sa Tuora e riprendiamo a camminare in direzione nord.


















L'arco di Suttaterra.

 

Percorso un altro chilometro, siamo in zona Sa Linnurrutta: il bosco si fa più fitto, anche se si tratta di un bosco giovane, compaiono più tracce di attività pastorale, e anche di vari segni di “civiltà”, sia in positivo che in negativo (una discarica di laterizi e ritagli di attività di marmista). Mi hanno detto che gli indigeni arrivano sin lì con il trattore per caricare legna da ardere, e all’andata, per evitare il saltellamento del rimorchio, si appesantiscono con materiali vari. Al momento di caricare la legna, abbandonano la zavorra dove capita.

Ora la pista, all’altezza di Ghivine,  comincia a scendere più decisamente, verso Codula Su Sermentu, affluente di Codula Fuili, e dopo un paio di chilometri siamo ormai abbastanza bassi, intorno a quota 450. Troviamo prima i ruderi di una dispensa ormai distrutta, e dopo ancora un altro chilometro la macchina di Mario che ci aspetta. Questa macchina ora caricherà gli autisti che dovranno tornare a Sa Portiscra a recuperare le altre auto. Ma chi non ha la macchina da recuperare non vuole affatto aspettare in panciolle a Cumbida Prantas: decidono tutti di proseguire a piedi verso Nuraghe Mannu e da qui fino all’asfalto, e scopriremo che arriveranno prima loro all’asfalto che noi con le macchine, di rientro da Sa Portiscra.

In conclusione: veramente una interessante traversata, lunga ma non faticosa, attraverso un bellissimo bosco e altrettanto bei paesaggi. Tra l’altro, nonostante i molti anni di attività, non avevo mai visto questa parte di Supramonte tra Sa Portiscra e S’Arcu ‘e Sa Tuora.

Franco Delogu.