Torniamo a essere umani, di Luca Cheri.

03.02.2017 20:42

È strano come in un paese piccolino, circondato dagli alberi, dove la notte si può passeggiare in totale solitudine fra le luci soffuse e il profumo dei camini accesi; dove nulla accade e dove gli orti sono la bordatura delle strade; dove non esiste la fame e la sete; dove i bambini e i cani sono liberi di gironzolare; dove gli anziani siedono alla fermata di due autobus giornalieri e dove le donne siedono ancora ai telai verticali; è strano che si ascoltino discorsi rabbiosi, razzisti, omofobi.
Discorsi di paura dettata dalla mala informazione, filtrata dalla televisione perennemente accesa, da una chiesa strampalata e da un senso di abbandono dal resto del mondo.
Non torneranno gli spiriti infami della guerra se voi non vorrete.
Solo i nostri cosiddetti amici hanno inquinato la terra, messo i sigilli alle fonti, ammalato i figli, stuprato le nostre menti e le nostre anime.
Ci hanno insegnato a coltivare con i pesticidi e i semi sterili.
Ci hanno insegnato a erigere muri, case enormi, brutte e vuote.
Ci hanno trasformato da artigiani, agricoltori, pastori in un classe operaia fallimentare.
Stiamo piantando solo Mandorli dal frutto amaro, pieno di veleno.
Torniamo a essere umani.
Torniamo a essere quel villaggio circolare con la vocazione all'inclusione.
Noi siamo un popolo silenzioso, saggio e delicato.
E, questo va detto, ci sono giovani che la pensano come me.
Tante e tanti.

Ascoltateci, per favore.

Luca Cheri.