Prima discesa a Su Disterru Orgolesu, di Franco Delogu.
14.02.2014 00:12
Club Quarantesimo Parallelo
La nostra prima discesa integrale della voragine di Su Disterru risale agli inizi degli anni '90: durante la discesa del primo gigantesco pozzo, ci eravamo limitati a raggiungere il fondo visibile dall'esterno, a -90 mt, e ad individuare una continuazione promettente: risalendo una discarica di pietrame eravamo entrati in una angusta saletta, con due pozzetti paralleli che sembravano proseguire. Ma lo scarso tempo a disposizione e la mancanza di corda ci aveva fatto desistere dall'esplorare questa continuazione.
Nel frattempo il resto della squadra scende e ci raggiunge dentro la saletta, e S. N. comincia a martellare per posizionare un attacco alla partenza del pozzo di sinistra. Ricomincio a scendere: il pozzo é strettissimo, gelido, franoso, e sembra andare. Dopo pochi metri una strettoia, superata a fatica. La corda sfrega dappertutto, ma il calcare é pessimo, cariato, e non permette di piantare spit: decido di scendere senza frazionamenti, muovendomi con precauzione per non danneggiare la corda. Dopo una trentina di metri di discesa altra strettoia: questa é veramente terribile, faccio fatica a far passare il casco, che tende ad incastrarsi, continuo a scendere lasciando anche qualche pezzetto di pelle sugli spuntoni aguzzi, mi sorprendo a pensare che sono un emerito idiota, se costa tanto scendere, avrò di sicuro molti problemi a risalire! Ma tant'é, oramai siamo in ballo, alla risalita ci penserò dopo... Ora finalmente il budello si allarga un po', altri 30 metri e c'è un'altra strettoia, meno feroce della seconda, più facile da passare. Dopo una settantina di metri di discesa del secondo pozzo, questo finalmente si allarga. A lato, a pochi metri ma difficile da raggiungere, vedo un finestrone che immette in una diaclasi, una fenditura della roccia, al di là della quale si vede il vuoto, ma da dove sono non é possibile valutare le possibilità di prosecuzione. Questo non è un problema: sotto i miei piedi si spalanca un pozzo perfettamente verticale, largo un paio di metri ma tendente ad allargarsi a fuso, e scende di brutto. L 'ambiente é gelido, l'umidità altissima crea una condensa azzurrina, e sinceramente... un po' di inquietudine comincia ad assalirmi, mi sento affaticato, isolato, e non sento più i compagni sopra di me.
Ri
salgo il pozzo inferiore, che dovrebbe misurare un'ottantina di metri, libero la corda per la discesa di S., due raccomandazioni e schizzo ancora verso su, incontro al fetentissimo pozzo intermedio. Il superamento delle strettoie é infernale, durissimo, alla fine risalgo sino alla saletta, sfinito. Chiedo a N. di scendere il pozzo intermedio per aspettare S. all'attacco dell'ultimo pozzo, esco dalla saletta e sono alla base del pozzo iniziale. Qui trovo G. e decidiamo di uscire, rimarranno in due ad aspettare S., ed é sufficiente.
E' stata veramente dura, la voragine di Su Disterru é tosta e difficile, ma l'obiettivo é stato raggiunto. Quando tutta la squadra sarà risalita faremo una misurazione approssimata della corda utilizzata, e scopriremo che il primo pozzo é profondo circa 90 metri, quello intermedio circa 70, e il fusoide terminale circa una novantina: la profondità totale intorno ai 240 metri.Franco Delogu © 2012 Tutti i diritti riservati.