Pillole di Montes, di Anna Pipia.

12.08.2015 20:55

Mentre lavori al pc e cerchi documenti trovi inspiegabilmente queste righe scritte diversi anni fa di cui neanche ricordavo l'esistenza.....Pillole di Montes ....

“Si saliva in macchina con i soliti tre maglioni, il piumino, il pantalone antivento, la calzamaglia antistupro, la ricevente, l’antenna, la bussola, la luce frontale, le cartelle con le schede per la telemetria, le cartine, il walkie talkie e l’immancabile goniometro…..a vederci così sembrava una scena da film… un misto tra armageddon e l’ingegner fantozzi a courmayeur.
Alle seconda curva il freddo iniziava a farsi sentire e farmi ricordare che la sveglia era suonata esattamente 15 minuti prima, alle 2:30 del mattino, ed io come un automa avevo infilato tutti quegli abiti, raccattato il materiale e portato con me qualche scorta di cibo. Quest’ultima era una condizione imprescindibile se la mia compagna di viaggio era Rossana, se invece c’era Sara ….lo stesso, e di Simone che dire….per lui non era strettamente necessario ma se si trovava qualcosa davanti lo buttava giù. Quella sera eravamo solo donne, il trio al completo come nelle migliori occasioni.
All’altezza di Funtana Bona, mentre i fari della pandina illuminavano qualche ombra nel bosco, iniziavamo a scambiare qualche parola, ma di fatto la salita era condita da poche parole, a meno che non succedesse qualcosa di particolare (e qualche aneddoto da raccontare ci sarebbe). C’era poi il solito rituale della fermata al punto cabina, poco prima dello spiazzo per Monte Novo. All’epoca non esisteva ancora whatsapp ma si accendeva il cellulare giusto per avere un contatto con il resto del mondo, giusto per vedere se era arrivato qualche messaggio, o per spedirne qualcuno sperando che la persona che ricevesse non avesse il cellulare acceso a quell’ora di notte …o forse la speranza era proprio quella. Dieci minuti di tecnologia e poi ci si portava davanti al cancello in legno del cantiere, alla base di Monte Novo. Chi era dal lato del passeggero prendeva il mazzo di chiavi con il portachiavi arancione, infilava i guanti, tirava su il cappuccio e apriva lo sportello facendo entrare il vento gelido, ricordandoci che la nostra giornata di lavoro era definitivamente iniziata sebbene la precedente fosse finita poche ore prima.
L’apertura del cancello spesso si presentava come il primo ostacolo della nottata…..era completamente gelato….nel tempo avevamo quindi adottato diversi stratagemmi per far in modo che questa operazione non durasse più del dovuto….dall’alitarci sopra, all’uso dell’accendino, all’uso dell’acqua calda…..qualcuno scherzando aveva proposto qualche altra opzione, ma per noi di sesso femminile non era proprio agevole e anche se fossimo state maschi prima di scoprire qualsiasi parte di pelle ci avremmo pensato diverse volte.
Subito dopo aver richiuso il cancello alle nostre spalle, ci si rintanava in macchina, si apriva il finestrino il tanto da far passare il filo dell’antennone che con la calamita si attaccava al tettuccio esterno della macchina e si collegava il filo alla mitica ricevente blu…. la accendevi e veniva fuori un fruscio assordante…..era in quel momento che iniziavamo la solita cantilena fatta di numeri a tre cifre … 154,224, 074, 204, 174…...e quei tre numeri, per gli altri comuni mortali assettici ed insignificanti, per noi corrispondevano tutti ad una “faccia”, ad un mantello, ad un collare dalla combinazione di colori che ricordavamo a memoria, ad un preciso momento in cui quell’animale era stato radiocollarato, al preciso momento in cui avevi ridato la libertà a quell’animale e avevi capito che per tre anni quel numero a tre cifre l’avresti sentito tante e tante volte……
154, 224, …..inserivi manualmente quei numeri nella ricevente pigiando dei piccolissimi tasti neri sulla ricevente che provocavano una sensazione non proprio piacevole sui polpastrelli gelidi….e aspettavi di sentire al posto del fruscio un “beep beep beep”….quel segnale significava che l’animale era ad una buona distanza per fare il fix, per localizzare l’animale. Avevamo diversi punti fissi dove compiere queste operazioni, erano dei buoni punti di ricezione e tra questi c’erano i tornanti di sonnoro….quello era il punto che generalmente sanciva la fine del giro nella parte di Monte Novo e si sarebbe passati al settore di Mandra ‘e Caia nel quale c’erano meno animali. Quando si arrivava a Sonnoro si avevano alle spalle già due ore buone di lavoro e almeno 20 fix fatti. Fermata la macchina al tornante si accendeva la ricevente e da quel punto si sentivano generalmente il 204 e lo 075….due maschi che proprio nel periodo riproduttivo si allontanavano non poco dal loro solito posto….quella sera stranamente erano in zona. Scendemmo tutte e tre dal pandino blu, era il turno di Rossana di spostarsi dalla macchina mentre io e Sara avremmo fatto le diverse operazioni nel punto in cui ci eravamo fermate. Per fare la triangolazione era infatti necessario che ci si spostasse di almeno 200 metri e si prendesse contemporaneamente l’angolo in cui si sentiva provenire il miglior segnale del collare dell’animale. Rossana accesa la sua fronatale, con la sua ricevente e la sua antenna inizia a camminare con passo deciso spostandosi di 200 metri, nel frattempo io prendo cartellina, cartina e goniometro e le posiziono sul cofano, la nostra migliore scrivania in quegli anni, ed inizio a compilare la scheda inserendo il nome degli operatori che abbreviavo generalmente come R.A.S che stava per RossanaAnnaSara o RossanaAnnaSimone..…(ma questa è un’altra storia che causò fraintendimenti e tante risate) ……, mentre Sara con la sua antenna e ricevente iniziava a capire da che parte fosse l’animale ruotando l’antenna e subito dopo mi comunicò l’angolo “285°”. La stessa operazione veniva fatta da Rossana a duecento metri da noi che tempestivamente ci comunicò l’angolo attraverso il walkie talkie “302°”. Mentre Rossana si spostava di altri 50 100 metri per prendere il terzo e ultimo angolo io segnavo e tracciavo sulla carta con il goniometro i due angoli comunicati e nel frattempo commentavo con Sara qualcosa sulla stanchezza della settimana lavorativa o altro …..ad interrompere la nostra breve discussione il rumore del walkie talkie ci fa capire che Rossana ci sta per comunicare il terzo angolo con il quale chiuderemo il fix…..eccolo che arriva…… “ allora il 204 da 200 metri è a 370°!!!” ……la mia matita che era pronta per segnare una linea si blocca a due centimetri dalla carta ed i miei neuroni seppur gelidi mi comunicano che forse c’è stata qualche interferenza e ho sentito male, guardo Sarina e leggo nei suoi occhi la stessa mia titubanza….. 
- “Rossana, puoi ripetere l’angolo?”
- …..”370°!” 
- “Ro ripeti sentiamo male, hai detto 270? “
- “ 370°, TRE SETTE ZERO!!!!!” con tono minaccioso

….a quel punto io e Sara scoppiamo a ridere, rompendo in maniera fragorosa quel freddo silenzio, ricordo ancora la sensazione delle lacrime che si ghiacciavano appena provavano ad uscire fuori e scorrere sulla pelle, ricordo gli occhi di Sara ed il suo miglior sorriso di quando non riesce neanche a respirare da quanto ride, ricordo Rossana Incazzata e le sue risate attraverso il walkie talkie quando si rese conto di quello che aveva appena detto…..e davanti a me e alla mia matita un goniometro ormai consumato a ricordarmi che nel mondo reale lui arriva solo a 360° ….ma noi siamo a Montes…..e li tutto è possibile…..è possibile anche che tre ragazze nel fior fiore della loro giovinezza stiano in giro alle 4:30 del mattino a ridere, “cercar mufloni”e stringere i fili di una bella amicizia.”

Anna Pipia.