Non ci hai detto ciao, di Marina Moncelsi.

26.02.2019 22:26

Eravate la mia prima classe, in quel lontano anno scolastico 1985/86.
Il preside mi aveva avvisato: ”Sta scegliendo una classe difficile” mi disse, compatendomi perché ero alle prime armi, convinto che mi avreste rullato. Si sbagliava, eccome!
Furono tre anni bellissimi, tra sopraccigli aggrottati (miei) e risate a gola aperta (voi). Cantavate, persino. In classe mai, in classe ero severa. E voi eravate bellissimi e vi volevate bene. Non tutti, ok, ma a G. volevate bene incondizionatamente. E non perché era in carrozzella, non perché ogni compito in classe, ogni interrogazione, erano per lui una montagna: gli volevate bene per la sua allegria, per la sua intelligenza, per la sua normalità. I suoi tempi erano lunghi perché muoversi per lui era faticoso; e voi lo trasportavate su per due piani, al laboratorio di informatica, chè l’ascensore non funzionava. Cosa mai funziona nelle scuole? Mi chiedevo. Funzionavate voi. Voi che avevate deciso di rinunciare al “viaggio d’istruzione” per non dover partire lasciandolo a casa; voi che gli portavate i libri, gli passavate i compiti (vi vedevo, eh!), voi che quell’anno in 4^ decideste di fare la gita…al Monte! così ci sarebbe stato anche lui, e infatti salì con l’inseparabile compagno di banco, quello che ogni mattina andava da Preda Istrada a Mughina a prenderlo sotto casa per accompagnarlo a scuola, chè ancora non aveva la carrozzina a motore. 
Il compagno di banco che oggi mi ha chiamato per dirmi che G. aveva deciso di andare via. E piangeva mentre ricordavamo come era G. Era sempre allegro, nonostante la malattia, o forse fingeva. Chissà. Chissà cosa pensava, come viveva, come si vedeva. Una vita in carrozzella, nonostante.
Stasera vi ho rivisto tutti, vi ho rimesso su quei banchi: Giovanna con Patrizia, Agnese con Dora, Ivan con Gianluca, Claudia con Anna, Nanni e Giangiacomo. E poi: Carlo con Giuseppe, Giuseppina sua cugina, Alessandro, Pietrina, Grazia, Antonietta, Roberto, Maddalena con chi eri nel banco? Con Nives o con Emilia? Aiutami tu, che ricordare adesso mi pesa, e Lello era con Andrea tuo fratello? Andrea che non salvava manco un prof, anche lui andato via tanto presto, e tra le sue foto ne hai trovato una mia fatta a fura, mentre scrivevo chissà cosa... qualche cosa di preoccupante, ho in mano la penna rossa.
Poi la vita vi ha portato altrove: chi all’università, chi lontano per lavoro, chi si è sposato, chi in giro per il mondo a rincorrere le sue passioni. Solo lui è rimasto nello stesso posto, nella sua casa. E chissà quante volte avrebbe voluto volare via, e oggi se n’è andato.
Stasera vi rivedo, faccio l’appello, mentre l’immagine di G. non mi lascia un momento, lui in primo banco che risponde a qualche verifica con quella sua grafia così sbilenca che per leggere un compito mi ci voleva mezz’ora, ma a lui per scriverlo gli ci voleva di più. Chissà se è rimasto un ciao.
Un ciao, G.