Le "Cogas" nella tradizione sarda, leggenda popolare segnalata da Anna Secchi.

16.07.2014 18:44

Come in tutte le tradizioni, anche in Sardegna non mancano gli esseri maligni e le leggende terrificanti.

COGAS

Conosciute anche come SURBILES o SURTORAS in altre parti dell’Isola.
Destinate sin dalla nascita a diventare Cogas perchè ultime di sette figlie femmine, possono essere identificate perchè possiedono una piccola coda o una croce pelosa sulla schiena.
Possono condurre una vita all’apparenza normale ma la sete di sangue tradisce la loro vera natura che le spinge a introdursi nelle case a notte fonda per succhiare il sangue umano, sopratutto dai neonati non ancora battezzati.Le cogas sono riconoscibili perché hanno una minuscola coda oppure una piccola croce pelosa sulla schiena.
Si dice che basti rivoltare un indumento, anche indossato in quel momento, per vedersele all’improvviso di fronte, senza abiti e coperte solo dai lunghi capelli e peli.Chiunque può trasformarsi in coga. L’operazione consiste nel recarsi in cimitero un venerdì notte, aprire la tomba di un defunto seppelito di recente e asportare il grasso dal cadavere.
Il grasso asportarto deve essere poi impastato con il sangue di una fanciulla vergine e con dell’olio santo.
L’unguento così ottenuto va spalmato sotto le ascelle e nella pianta del piede della futura coga. Non appena calerà la notte inizierà a tramutarsi nella spaventosa creatura.E’ tipico delle cogas lasciare segni sui corpi delle loro vittime. Tutt’oggi i lividi che si presentano sul corpo, senza aver preso colpi, vengono chiamati su mossigu ‘e coga (su mussiu de coga), il morso della strega.Come ci si difende
Essendo i neonati non ancora battezzati le vittime predilette delle cogas, le mamme e le nonne appena nasceva il bambino, come precauzione, mettevano sotto il letto dove dormiva il piccolo due spiedi a croce adagiati su un treppiede rovesciato. La dispozione contraria al normale uso di questi attrezzi avrebbe disorientato sa coga distraendola dal suo obiettivo.
E’ possibile anche sfruttare una debolezza della strega-vampiro: non riesce a contare oltre il numero sette: per questo motivo basta mettere vicino alla porta della camera da letto, o alla finestra una falce dentellata o un barattolo pieno di chicchi di grano. La strega passerà la notte a contare i dentelli o i chicchi, ricominciando da capo ogni volta sino all’alba, in cui dovrà abbandonare per forza la casa.In alcuni paesi, come ad Ales, con il termine SISINNIA COGA, venivano indicate le donne calunniatrici, malelingue, oppure le donne che si vestivano come le zingare.
Si racconta che le vecchie donne in occasione dei battesimi raccoglievano il cotone intinto d’olio santo che il prete gettava per terra dopo il rito. Si cospargevano di quest’olio e da quel momento, la notte, volando, andavano dai neonati per succhiare il loro sangue.