La corda statica per speleologia e torrentismo, di Franco Delogu
03.12.2012 19:03
(tratto dal manuale "progressione su corda e utilizzo ottimale dei materiali", di Franco Delogu)
Le corde normalmente usate da speleologi ed arrampicatori sono costituite da due parti distinte: una guaina esterna, chiamata "calza", formata da un intreccio fitto di fibre elementari, nella quale sono inseriti dei fili di diverso colore che hanno il compito di renderle riconoscibili, e da una parte interna, chiamata "anima", costituita da diversi mazzetti di fibre elementari, i trefoli, in genere in numero dispari per evitare la rotazione della corda quando questa è sottoposta a trazione (figura 1). La calza ha la funzione di serrare i trefoli proteggendoli dall'abrasione e rendendo la corda compatta, e costituisce circa 1/3 del Carico di Rottura (CDR) complessivo.
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Un'importante distinzione va subito fatta tra corda "statica" e corda "dinamica". Se esaminiamo le differenze tra l'uso delle corde in speleologia e in arrampicata, notiamo che lo speleologo usa la corda soprattutto per la progressione, quindi ha bisogno di corde che non lo facciano oscillare troppo e che non disperdano con smorzamenti e flessioni le energie impiegate nella risalita. Al contrario, un alpinista procede sulla roccia e usa la corda solo per trattenere eventuali cadute, cioè come sistema di sicurezza. In caso di volo, per evitare la rottura della corda, questa deve ammortizzare lo shock progressivamente, mediante una certa elasticità. Dunque in speleologia, e spesso nel torrentismo, si usano delle corde statiche, che caricate del peso di circa 80 kg si allunghino del 2-3%, mentre in arrampicata si usano delle corde dinamiche, che si allungano del 7-10%. Naturalmente anche nella pratica della speleologia può capitare di dover arrampicare o risalire una parete con mezzi artificiali. In questi casi è opportuno usare come sicurezza una corda dinamica, anche se molti speleologi, per pigrizia o abitudine, spesso utilizzano le stesse corde statiche che usano nella normale progressione nei pozzi. Inutile dire che in questi casi l'assicurazione dovrà essere fatta molto attentamente e da persone preparate, adottando opportuni accorgimenti per diminuire il volo in caso di caduta.
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Rottura di una corda
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Quando la trazione è improvvisa ed eccessiva si ha un'immediata strizione del nodo. I tratti di corda a contatto tra loro hanno uno sfregamento sempre più violento, e questo provoca all'interno del nodo un aumento immediato della temperatura, e quindi la fusione del nylon. Quando si verifica la rottura di una corda annodata, in corrispondenza del cedimento si hanno delle evidenti tracce di fusione, e una temperatura, nei due monconi, molto più alta che nel resto della corda. Questo meccanismo di rottura delle corde si innesca più facilmente di quello per snervamento, e questo perchè i nodi diminuiscono il CDR di una corda in percentuali variabili a seconda del tipo di nodo.
accorciamento delle corde nel tempo
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S lunghezza del percorso di caduta (metri)M massa dell’oggetto in caduta (Kg)g accelerazione di gravità 9,8I impulsoI = M |