Bere in speleologia (ma non solo!)

05.12.2012 19:27

 

 
Bere in speleologia  
di Andrè Ballereau, trad. di Armando Davoli ("Spelunca" n° 19, 1985)
 

     L'acqua è un costituente fondamentale del corpo umano, essa rappresenta dal 60 al 70% del peso di un individuo, è il mezzo di trasporto degli elementi nutritivi, partecipa alla loro trasformazione, permette l'eliminazione degli scarti ed è indispensabile ai meccanismi di produzione dell'energia.
     Nel corso di una giornata normale senza sforzi particolari, il nostro organismo perde dai due ai tre litri d'acqua:
- dai 700 ai 900 ml. per le urine;
- dai 200 ai 300 ml. per la sudorazione;
- dai 200 ai 400 ml. per la respirazione.
     Si può capire facilmente che un aumento dell'attività fisica può aumentare queste perdite di acqua:
- per accelerazione della respirazione;
- per accentuazione della traspirazione;
- per aumento degli scarti da eliminare.
     Esiste sempre un deficit idrico che deve essere compensato da un apporto esterno. Una parte di questa acqua sarà fornita dall'alimentazione, il resto sarà apportato dalle bevande, e questa frazione sarà tanto più importante tanto più lo sforzo sarà intenso.
     Considerando che è necessario un ml. d'acqua per una caloria di razione alimentare, cosi' per una razione di 4000 calorie, l'apporto idrico dovrà essere di 4 litri, ripartiti tra gli alimenti e le bevande. Differenti inchieste mostrano che lo sportivo in generale e lo speleologo in particolare non bevono a sufficienza nel corso della loro attività. Tutto ciò è grave nel senso che le riserve idriche sono strettamente implicate nel rendimento muscolare e nella patologia tendineo-muscolare.
     Per lo speleologo tutte le modificazioni nella qualità della sua forma fisica sono strettamente legate alla sua sopravvivenza. In effetti un disturbo importante nel rendimento muscolare accentua l'affaticamento dell'organismo, che sarà sforzato e potrà scivolare progressivamente in uno stato di spossatezza e di ipotermia spesso irreversibile. Le statistiche degli incidenti mostrano che la stanchezza e l'ipotermia rappresentano il 13% delle cause primarie di incidente, ma esse sono fattori importanti in altri numerosi tipi di incidenti e soprattutto aumentano la loro gravità. E' riconosciuto che la diminuzione dell'acqua corporea provoca una diminuzione più o meno marcata dell'attitudine allo sforzo, come testimonia il diagramma della figura 1.

  
                               figura 1                                                                          figura 2

     E' facile ricavare, da questo diagramma semplificato, come una perdita, per esempio, di 2 litri d'acqua, riduce l'attitudine allo sforzo del 40%. Se a questo si aggiunge la fatica accumulata e un deficit di apporto calorico, si può capire che le possibilità globali di affrontare uno sforzo sono amputate e non si arrivano più a vincere gli ostacoli da superare, portando lo speleo ad uno stato di spossatezza, se il soggetto non compensa rapidamente questo deficit idrico e alimentare.
     Non è raro trovare in speleologia delle perdite idriche di tale importanza o anche maggiori per grotte asciutte e strette. Una constatazione fatta a partire dai lavori del dott. J.M. Blanchard e da misure personali, ci lascia convinti che, per tutte le esplorazioni speleo di più di otto ore, la perdita di peso sarà di almeno 2 kg., per cui, tenendo conto delle perdite legate alla demolizione dei grassi e delle proteine, risulta che il deficit idrico corrisponda in acqua a 1,5 litri. Come spiegare una tale constatazione, dal momento che lo speleo beve generalmente solo durante i pasti o alcune soste?
     La risposta è fornita dai lavori di fisiologi celebri: "l'uomo non può assicurare una compensazione sulla sensazione di sete". Cosi', quando uno speleo ha sete, sensazione peraltro ritardata nel mondo sotterraneo, il suo organismo è già in stato di disidratazione, e più lo sforzo sarà stato intenso, meno la compensazione idrica ordinata dalla sete sarà completa.
     Cosi': per uno sforzo da 200 grammi d'acqua all'ora (figura 2), allorché lo speleo avrà sete, rimpiazzerà il 95% dell'acqua persa.
Questo tipo di sforzo corrisponde:
- alla marcia facile in galleria;
- alla discesa dei pozzi;
- alla progressione lenta e regolare;
- a una seduta di topografia, di fotografia, ecc....
Si tratta di uno sforzo di debole intensità che può essere mantenuto a lungo senza affanno.
     Per uno sforzo da 500 grammi all'ora (figura 3), allorchè lo speleo avrà sete, non rimpiazzerà che il 75% dell'acqua persa.

                      figura 3                                                                                       figura 4

      Questo tipo di sforzo corrisponde:
- alla marcia rapida in galleria;
- alla risalita normale dei pozzi;
- alla progressione in galleria da crollo;
- alla progressione in opposizione....
     E' uno sforzo di intensità media che necessita di piccoli tempi di recupero,  e che provoca in certi momenti una sensazione di affanno e di sudorazione;
Per uno sforzo da 750 grammi all'ora (figura 4), allorchè lo speleo avrà sete, rimpiazzerà solo il 55% dell'acqua persa.
     Questo tipo di sforzo corrisponde:
- alla progressione in meandro stretto, al superamento delle strettoie;
- alla risalita dei toboga;
- alla risalita rapida dei pozzi;
- alla disostruzione;
- alle manovre di soccorso...
     E' uno sforzo di grande intensità, non può essere mantenuto a lungo, provoca un notevole affanno e una sudorazione importante, necessita di un lungo periodo di recupero.

     A titolo di esempio, è possibile immaginare una esplorazione speleologica di 15 ore che saranno suddivise nelle categorie di sforzo sotto descritte:
- 6 ore di discesa dei pozzi, di progressione lenta in galleria;
- 7 ore di progressione rapida in frana, di opposizione, di risalita di pozzi;
- 2 ore di arrampicata, di progressione in meandro con superamento di strettoie.
     Senza fare il dettaglio dei calcoli, la perdita totale in acqua sarà di circa 6,2 litri. Per il solo fenomeno della sete, la compensazione idrica sarà di 4,6 litri. Il debito idrico sarà dunque di 1,6 litri. Questo deficit non sarà avvertito dallo speleologo che avrà l'impressione di essere fisicamente ben equilibrato, avendo bevuto quando aveva sete. In realtà, egli è già in stato di disidratazione. Cosi', se ci riportiamo alla figura 1, è facile ricavare che per una perdita di 1,6 litri lo speleo avrà una riduzione della sua attitudine allo sforzo maggiore del 30%.
     Cosa sarebbe successo se lo speleo non avesse bevuto? Rapidamente lo stato di disidratazione si accentuerà, a 2,5 litri la riduzione della capacità di sforzo sarà del 50% e gli sarà allora necessario moltiplicare per due i suoi sforzi per progredire, quindi consumando sempre più calorie, il che conduce per alcuni a memorabili "batoste", e purtroppo per altri a uno stato di spossatezza e di ipotermia.
     Lo speleologo deve comprendere che allorché ha la sensazione di sete, è già troppo tardi, ha già perso una parte della sua efficacia e tutto ciò si aggraverà col passare del tempo. Porterà con se questo debito idrico che non potrà essere colmato se non con un riposo prolungato con alimentazione e bevande. La regola deve essere: bere prima di avere sete (nel corso delle esplorazioni speleologiche di lunga durata, superiori alle 8 ore).
     Come conciliare questa regola con la realtà della progressione speleologica? L'ideale sarebbe di poter bere da 150 a 200 ml. di un liquido ogni 30 minuti, soprattutto nelle esplorazioni di lunga durata, fin dall'inizio. In pratica: bisogna bere 5 o 6 sorsi di un liquido almeno una volta all'ora; ma uno sforzo intenso, sostenuto, comportante un affanno e/o una sudorazione importante, impone di ridurre l'intervallo di tempo a circa 30 minuti.
     Cosa bere? L'ideale é l'acqua, ma ogni speleo ha le sue abitudini, le proprie credenze ed é possibile adattarsi a queste necessità. Per gli indecisi e i nuovi adepti di questa tecnica di idratazione, possiamo proporre un semplice preparato provato nel mondo sportivo:
1 litro d'acqua + 3 grammi di sale + 50 grammi di zucchero; il tutto aromatizzato da succo d'arancia, di limone o da caffè.
Questo preparato ha il vantaggio di rimpiazzare, reidratando, il sale perso per sudorazione e di apportare dello zucchero a piccole dosi e regolarmente, il che migliora il rendimento sotto sforzo. Esistono altresi' numerosi preparati commerciali chiamati "bevande dello sforzo", che, reidratando, apportano un complemento in sali minerali e in calorie non trascurabile, maggiormente efficaci se assunti in dosi ridotte e frequenti.

     Per concludere, consigliamo agli speleologi ancora scettici di provare almeno una volta, nel corso di una esplorazione di lunga durata, a bere regolarmente nel corso di tutta la progressione. Essi saranno sorpresi per la loro forma all'uscita e per la rapidità del loro recupero.