Per salvarci, di Gavino Poddighe

14.12.2012 13:46
 

Per salvarci

Non ne avvertiamo la necessità, lo abbiamo sostituito, relegato in soffitta come un vecchio giocattolo rotto dell'infanzia dei nostri figli oramai adulti...e con l'inesorabile scomparsa dei nostri vecchi non rimarrà più nulla, quei suoni, quella musica, quella dizione ruvida, antica, scomparirà del tutto e i giovani i contemporanei ne pronunceranno una mera imitazione, una grottesca imitazione senza la sonante musicalità, arcaica, profonda, tenera, che ti risuonava nel cuore e nella mente, quella lingua era il tuo mondo era l'universo della tua anima, della tua immaginazione, dei tuoi affetti, quella lingua era tua madre e tuo padre era il filo, la linea ininterrotta che ti legava alla gente antica vissuta anni anni e anni prima di te, era la musica che continuava a suonare senza sosta come un organetto nella festa interminabile, era il canto, la gioia, la tristezza, il dolore, l'estasi e l'abbandono nei meriggi assolati d'estate, nei brividi incontrollabili della tenera infanzia, era il richiamo quando nell'incombere della notte gli uccelli si ritiravano e tu giocavi ancora per strada, e i carri sostavano, le bestie riposavano, e il silenzio avvolgeva il piccolo, tremulo, bisbigliante villaggio, quella lingua era molto di più di tutto questo, era il tuo respiro, il tuo sangue, era l'anima del mondo e delle cose, era l'anima della tua anima, era il sospiro, il sussurro, l'incubo, il grido lacerante che ha reciso le vene, che ha ucciso le voci di quel mondo antico e necessario per non morire anche noi con quelle voci antiche e necessarie, per salvarci, per impedire a un mondo di morire.....

 

                                                                                                                                                                                   Gavino Poddighe