Le più comuni lesioni nella pratica sportiva, a cura di Franco Delogu

06.12.2012 11:41

 

 

 
 
 
 
La pratica dello sport in montagna può comportare dei traumi di diversa natura, dovuti agli agenti più svariati. Questi sono:
Contusioni
La contusione è una lesione dovuta all'azione di un corpo contundente smussato, che perciò non provoca ferita e cioè lacerazione della pelle. Tale azione può essere più o meno violenta, dando luogo a sintomatologia ed effetti diversi. Si può avere una contusione di primo grado, con eritema (arrossamento) della pelle ed edema (versamento di liquido organico nei tessuti). La contusione è di secondo grado quando il colpo ha causato la rottura di piccoli vasi sanguigni, con conseguente ecchimosi, cioè accumulo sottocutaneo sanguigno che dà una colorazione prima bluastra, poi nera, verde, gialla, e quindi si ha il riassorbimento. Se il colpo è più violento e interessa un'area maggiore si avrà un riempimento di sangue circoscritto, cioè un ematoma, che in alcuni casi non viene riassorbito e forma una pseudocisti emorragica.
Se la forza del colpo è molto grande si ha una contusione di terzo grado con necrosi dei tessuti: la zona interessata diventa nerastra e i tessuti morti a poco a poco verranno sostituiti da tessuto cicatriziale.
Se la contusione, per abbigliamento inadatto o difetti di tecnica, si ripete localmente con lunga durata e scarsa intensità, si ha un microtrauma, al quale l'organismo reagisce producendo del tessuto ispessivo, ad esempio un callo.
La cura delle contusioni consiste nell'applicazione di ghiaccio per ridurre la congestione locale, che può essere ridotta anche con la compressione diretta o con l'applicazione di una fasciatura compressiva. Ovviamente, se c'è contemporaneamente un'abrasione, questa andrà lavata e disinfettata.
Escoriazioni o Abrasioni
Le escoriazioni o abrasioni sono causate da uno sfregamento violento contro superfici ruvide (roccia, terreno, piante), con asportazione di una parte superficiale della cute senza però che ci sia ferita, cioè soluzione di continuità nei tessuti cutanei. Sono caratterizzate da un aspetto sanguinolento puntiforme dovuto alla confluenza dei vari capillari. E' necessario subito un lavaggio abbondante, anche per eliminare sporcizia e polvere, e una disinfezione, quindi un'asciugatura con telo sterile o col calore di una lampada.
Se l'abrasione è umida (con tendenza alla fuoriuscita di siero o sangue) si applica penicillina o polvere sulfamidica, quindi si applica una fascia elastica leggermente comprimente.Se invece è secca si applica una pomata antibiotica che andrà poi coperta con garza sterile.
Salvo processi infiammatori, togliendo la fasciatura dopo 5-6 giorni si sarà formata una crosta più o meno spessa.
Bolle o Flittene
Le bolle sono delle piccole sacche, piene di sangue o siero, che si formano tra lo strato superficiale della pelle e il derma sottostante, per effetto di sfregamenti ripetuti che, oltre a scollare la pelle dal derma, provocano anche un'azione di surriscaldamento. Sono spesso circondate da un alone rossastro, prendono un colore chiaro o scuro a seconda che siano piene di pus o sangue, e sono molto dolorose.
Bisogna inciderle alla base con una forbice sterilizzata (fare un taglietto e non una puntura che si richiuderebbe), quindi, dopo lo svuotamento, coprirle con pomata o polvere antibiotica ed applicare garza sterile per qualche ora. Il tutto, naturalmente, previa disinfezione della zona prima dello svuotamento.
I soggetti predisposti dovranno prevenirle, se si accorgono che uno dei punti più soggetti (palma delle mani e dei piedi, zona del tendine di Achille) comincia ad arrossarsi. Bisogna subito proteggere il punto con due o più strati di cerotto, e lavare anche più volte al giorno, applicando alcool metilico che indurisce la pelle.
Bisogna anche ammorbidire una scarpa troppo dura nel punto di attrito.
Con la bolla già formata, si può proseguire nell'attività senza eccessivo fastidio applicando sulla bolla svuotata due garze separate da un leggero strato di talco, in modo che lo sfregamento non sia più tra pelle e scarpa ma tra i due strati di garza. E' comunque un grave errore, nella fase acuta, togliere la pelle superficiale, perchè si avrebbe probabilmente lo svilupparsi di un'infezione con ritardo della guarigione.
Lesioni muscolari
Le lesioni muscolari, cioè rotture parziali o totali, hanno una causa endogena, cioè non avvengono a seguito di urti con corpi estranei, ma rappresentano la conseguenza o di contrazioni anomale o di tensioni eccessive. Qualsiasi atleta, dunque anche l'escursionista, compie una serie di gesti che sono stati memorizzati in una serie di ideogrammi motori, e che quindi sono meccanici, non impegnando la volontà cosciente. A volte succede che in questa sequenza logica di movimenti, regolata da delicati “relais nervosi”, si inserisca un muscolo “estraneo”, non facente parte di quella sequenza perchè, ad esempio, è antagonista, o perchè causa un movimento diverso da quello meccanico e naturale. E' chiaro allora che questo muscolo riceverà uno stiramento eccessivo, e riporterà la rottura di parte o di tutte le sue fibre nervose.
Oppure, nel caso di un escursionista che non si accorge di un avallamento del terreno, il movimento della gamba prevede una certa ampiezza, la mancanza dell'impatto del piede sul terreno prolunga inaspettatamente l'ampiezza del movimento e, se il sistema nervoso non frena in tempo questo movimento, il muscolo che si stende  riceve uno strappo che può causarne la rottura. Oppure ancora, in una persona che corre, se il piede che avanza viene fermato da un ostacolo, il muscolo che in quel momento si stava contraendo per un attimo continuerà la contrazione senza che a questo corrisponda un movimento: si creerà una grossa tensione muscolare che può provocare una rottura di fibre.
Chiarito il meccanismo del verificarsi di una lesione acuta muscolare, vediamo quali sono generalmente i fattori predisponenti:
a) Pare che, secondo alcune statistiche, il clima freddo e umido favorisca queste lesioni. Una spiegazione potrebbe essere il fatto che, alle basse temperature, il muscolo diventa più reattivo alla corrente nervosa, ma la sua funzionalità è leggermente diminuita perchè, per l'azione vasocostrittoria del freddo, l'irrorazione sanguigna è meno buona.
b) La mancanza di allenamento, a causa della non perfetta assimilazione degli ideogrammi motori, favorisce l'esecuzione di movimenti non perfettamente sincronizzati. Anche quando si riprende l'attività dopo una lunga pausa, la nostra memoria tende a ripetere dei movimenti che però non siamo in grado di fare per una momentanea incapacità del muscolo sottoallenato: da qui la possibilità di fare dei movimenti “falsi”.
c) La stanchezza durante una escursione, quando i muscoli sono interessati da una presenza eccessiva di acido lattico, può fare in modo che questi reagiscano in maniera non appropriata agli stimoli nervosi, compiendo movimenti sbagliati e scoordinati che producono la lesione.
A seconda della gravità e del numero di fibre muscolari rotte, si possono avere distrazioni, stiramenti o strappi.
La distrazione produce dolore moderato ma si risolve dopo poco tempo. Si possono usare applicazioni di ghiaccio.
Lo stiramento comporta una rottura di fibre muscolari, di strato connettivale e di vasi sanguigni. Si avverte dolore al tatto con ecchimosi, la zona è contratta e si prova dolore alla ripetizione del movimento. Anche in questo caso occorrono applicazioni di ghiaccio e riposo per qualche giorno a seconda della gravità della rottura.
Nel caso dello strappo con rottura completa del muscolo, chi lo subisce deve interrompere subito il movimento perchè è impossibilitato a proseguire. Il dolore è intensissimo e può portare alla perdita della conoscenza. Si ha una vasta emorragia interna con formazione di un grande ematoma. Il muscolo tende a rimanere nella posizione di rilascio completo, e sotto la pelle si intravede un gradino, dovuto alla sporgenza dei monconi delle fibra rotte (se il muscolo si contrae questo gradino si evidenzia, al contrario di ciò che accade nel caso dell'ernia muscolare).
Distorsioni e lussazioni
Le distorsioni sono lesioni che si verificano quando un'articolazione viene forzata, da un movimento, in un senso che le sue caratteristiche anatomiche e funzionali non prevedono. L'effetto immediato è che i capi articolari si allontanano tra di loro. Se l'allontanamento regredisce spontaneamente si ha una distorsione, se invece occorre un intervento esterno per ridurre questo allontanamento si ha una lussazione.
Questo tipo di lesioni è accompagnato da dolore acuto,e dalla percezione che qualcosa è fuori posto.
A seconda della gravità della distorsione si possono avere delle tumefazioni dovute al versamento di liquido sieroso o emorragie nella zona articolare. Generalmente un versamento sieroso è indice, rispetto all'ematoma, di lesione meno grave, perchè l'emorragia spesso significa che vi è stata rottura di componenti articolari.
In caso di lesioni di questo tipo occorre, oltre all'immediata applicazione di ghiaccio, l'immobilizzazione dell'articolazione interessata. Se il versamento è imponente bisogna procedere allo svuotamento. In caso di contusione articolare dovuta ad un trauma esterno, si avrà ugualmente dolore e possibilità di versamento, ma, anche se con dolore, l'articolazione sarà in grado di compiere i suoi movimenti.
Crampi e contratture
L'insorgere della fatica, o uno sforzo fisico molto accentuato, possono far insorgere stati patologici che non sono delle lesioni, ma rappresentano la reazione del muscolo ad una situazione particolare. E' il caso dei crampi e delle contratture.
Il crampo è una contrazione involontaria, improvvisa e dolorosa di un muscolo. Può essere causato da un eccessivo riscaldamento del muscolo rispetto all'ambiente, o ad un eccesso di fatica. Può comparire durante l'esercizio fisico o anche con qualche ora di ritardo.
La contrattura è sintomo di un eccesso di presenza di tossine, dovuto ad uno sforzo violento o ad un imperfetto lavaggio del muscolo da parte del sangue, ed è caratterizzata dalla presenza di noduli o punti più duri nel muscolo. Ambedue questi casi sono gli unici che richiedono, anziché applicazioni di ghiaccio, applicazioni di calore: infatti così si ha una vasodilatazione e il sangue, circolando più rapidamente, provvede più in fretta al trasporto delle tossine e al loro smaltimento.
In conclusione, si possono prevenire la maggior parte delle lesioni endogene con poche regole:
a) Curare che l'allenamento, prima delle escursioni più impegnative e faticose, sia accurato e completo.
b) Fare in modo che tutti i gruppi muscolari siano sufficientemente efficienti.
c) Curare bene, prima di grossi sforzi, il preriscaldamento.
d) Nel caso di ripresa dopo una lunga inattività, non cercare mai di eccedere in uno sforzo, ma tenere presenti con buonsenso gli attuali limiti fisici.
e) Nel caso di un giovanissimo, evitare di sovraccaricare una muscolatura immatura con sforzi non adeguati.