La cresta di M.Uddé: Iscala 'e Pradu-Su Gologone di Franco Delogu

21.02.2013 22:37

L'escursione ha inizio dalla struttura ricettiva di Monte Maccione, sopra il paese di Oliena, lungo la strada che sale verso Punta Corrasi. E' possibile salire in macchina verso il passo di Scala 'e Pradu finché il mezzo ce lo permette: dopo Maccione la strada peggiora progressivamente, e solo una 4x4 è in grado di arrivare al passo.
Nel nostro caso la partenza a piedi è fissata dal parcheggio dell'albergo. Prima bisogna lasciare una o più macchine alla stazione di pompaggio di Su Gologone, posta al primo Km della stradina che va da Su Gologone alla valle di Lanaittu.
Si parte da Maccione seguendo lo sterrato che sale verso Scala 'e Pradu. Dopo circa 5 minuti si devia a sinistra in salita per una evidente mulattiera che ci permetterà di tagliare un tratto di strada e di riprenderla circa 2 Km più su. Si supera il bivio a destra che conduce a Daddana, Dogones, Tuones e poi a Scala 'e Marras e dopo circa un'ora dalla partenza si affrontano gli ultimi tornanti e si scollina sulla piazzola di Scala 'e Pradu.
La vegetazione, sempre più rada mano a mano che si sale, scompare quasi del tutto lasciando il posto ad un paesaggio lunare e molto suggestivo: siamo su un pianoro carsico tormentato e spoglio, regno di molte specie vegetali rare o endemiche, un vero paradiso botanico dove dominano la Santolina e l'Euforbia spinosa. Di fronte a noi un profondo vallone, Badde su Tuo, degrada verso Est in direzione di Sovana e Lanaittu; a destra un comodo sentiero conduce verso Punta Corrasi (m. 1463), la cima più alta dei Supramonti. Ci dirigiamo a sinistra, lungo un crinale che comprende Punta Carabidda (m. 1321), Punta Ortu Caminu (m. 1331), Punta Sos Nidos (m. 1348), Pedra Mugrones (m. 1138) e Punta Cusidore (m. 1147). Se avremo tempo e resistenza potremo fare un percorso di cresta fra splendidi paesaggi aerei, con la piana del Cedrino a sinistra e la valle di Lanaittu, con il Supramonte, a destra. Altrimenti ci si incammina ai piedi delle cime, sull'altopiano, riservandosi la visuale sulle vallate per la seconda parte del percorso, dopo la Forcella di Sovana.
I paesaggi comunque sono sempre molto belli: rocciai carsificati, ricoperti da gariga bassa e stentata, dove si celano dei preziosi endemismi vegetali: fra i tanti, la Campanula forsytii, l' Helicrysum saxabile, il Ribes sardoum, la Peonia mascula, le Orchis mascula e brancifortii. Molto rari, se non nelle valli, gli esemplari vegetali più grandi: lecci e tassi sono quasi scomparsi, per opera di incendi risalenti a molti decenni fa, e si ritroveranno sulla cresta di Monte Uddè 
  

 

       

    Si cammina per un paio d'ore verso Est, a vista e senza problemi di orientamento, tra crepacci, valloni, picchi calcarei di insolita bellezza, con splendide panoramiche sul Supramonte. Punta Cusidore e la Forcella di Sovana (ripido vallone ghiaioso che scende a sinistra verso Pedra 'e Littu, nella vallata del Cedrino) ci appaiono all'improvviso, ed è una visione che lascia senza fiato per la sua spettacolarità e verticalità. Alla base di Punta Cusidore la Grotta Orgoi, ben visibile da lontano, spesso offre rifugio agli escursionisti sorpresi dal buio o dal maltempo.
Dopo una sosta ristoratrice alla Forcella di Sovana, si riprende per un facile sentiero che prosegue in direzione NE. Dopo un tratto in leggera discesa si giunge ad un bivio: a destra c'è una prosecuzione verso il sottostante altopiano di Sòvana, con l'imbocco dello splendido canyon di Badde Pentumas, e ancora più giù la valle di Lanaittu. Proseguiamo invece verso sinistra, verso le ormai evidenti creste di Fruncu Nieddu e di Monte Uddè. Il sentiero si infila in una piccola e ripida valle e presto sale di quota fino a condurre verso una stretta cresta, per poi scomparire. Si cammina a quote intorno ai 900 metri, seguendo la linea di cresta, con la vegetazione che è tornata ad essere fitta e intricata, e ci costringe a scegliere di volta in volta i passaggi più agevoli.
In questa zona il paesaggio è veramente grandioso ed eccezionale: da entrambi i lati i pendii ripidi lasciano il posto alle grandi pareti verticali. Dopo un volo di 7-800 metri vediamo in fondo la vallata del Cedrino da una parte e quella di Lanaittu dall'altra, oltre ad un vastissimo panorama che abbraccia la Baronia, il Supramonte e il circondario di Nuoro. In particolare, la vallata di Lanaittu appare profondamente ferita dalle vigne, ora espiantate, dalle forme geometriche dell'orto botanico e dalla grande costruzione che ospiterà l'ostello della gioventù. Ci si chiede se non sarebbe stato meglio lasciare intatti questi luoghi e destinare certe opere a posti già antropizzati.
Progressivamente la cresta si abbassa, sempre più decisamente. Qua e la occhieggiano i segni biancorossi, ormai quasi illeggibili, di una vecchia marcatura del sentiero. Si procede tenendosi preferibilmente sulla destra, cercando via via i passaggi più agevoli. Verso una quota approssimativa di 600 m. sulla sinistra si stacca un sentiero, segnalato da un rettangolo di
vernice rossa su un lastrone di calcare. E' un percorso alternativo, un sentiero che perde quota con larghi tornanti e porta a fondovalle in poco più di un'ora. A mio parere conviene invece continuare a scendere lungo la cresta senza deviare, in direzione di un vallone facilmente visibile di fronte a noi, e trasversale alla direzione della cresta. Sebbene un po' più sconnesso, questo percorso richiede molto meno tempo. Appena si raggiunge il fondo del vallone, lo si segue facilmente verso sinistra, in discesa. Dopo pochi minuti appare una mulattiera da sinistra: non è altro che il percorso che deviava dalla cresta, e che avevamo rinunciato a percorrere. Ancora poche centinaia di metri e si risale leggermente su un sentiero a sinistra per superare un tratto della coduletta invaso da massi e vegetazione, poi, proprio allo sbocco, si incontra un ovile al di la' del quale comincia una pista per fuoristrada. Questa pista, dopo circa 500 metri di discesa con tornanti, confluisce sulla strada Su Gologone-Lanaittu, proprio in corrispondenza della stazione di pompaggio dove si trova la macchina ad aspettarci.
Tutto questo percorso è fattibile in 6-7 ore (dipende anche dal percorso scelto nella prima parte), è piuttosto impegnativo ma la fatica è ripagata ampiamente da un ambiente straordinario e da grandiosi paesaggi aerei, difficilmente godibili su altri percorsi.