Bere in speleologia (ma non solo!)
Bere in speleologiadi Andrè Ballereau, trad. di Armando Davoli ("Spelunca" n° 19, 1985) L'acqua è un costituente fondamentale del corpo umano, essa rappresenta dal 60 al 70% del peso di un individuo, è il mezzo di trasporto degli elementi nutritivi, partecipa alla loro trasformazione, permette l'eliminazione degli scarti ed è indispensabile ai meccanismi di produzione dell'energia.
|
||
|
figura 1 figura 2 E' facile ricavare, da questo diagramma semplificato, come una perdita, per esempio, di 2 litri d'acqua, riduce l'attitudine allo sforzo del 40%. Se a questo si aggiunge la fatica accumulata e un deficit di apporto calorico, si può capire che le possibilità globali di affrontare uno sforzo sono amputate e non si arrivano più a vincere gli ostacoli da superare, portando lo speleo ad uno stato di spossatezza, se il soggetto non compensa rapidamente questo deficit idrico e alimentare.
|
||
|
figura 3 figura 4
Questo tipo di sforzo corrisponde:
- alla marcia rapida in galleria;
- alla risalita normale dei pozzi;
- alla progressione in galleria da crollo;
- alla progressione in opposizione....
E' uno sforzo di intensità media che necessita di piccoli tempi di recupero, e che provoca in certi momenti una sensazione di affanno e di sudorazione;
Per uno sforzo da 750 grammi all'ora (figura 4), allorchè lo speleo avrà sete, rimpiazzerà solo il 55% dell'acqua persa.
Questo tipo di sforzo corrisponde:
- alla progressione in meandro stretto, al superamento delle strettoie;
- alla risalita dei toboga;
- alla risalita rapida dei pozzi;
- alla disostruzione;
- alle manovre di soccorso...
E' uno sforzo di grande intensità, non può essere mantenuto a lungo, provoca un notevole affanno e una sudorazione importante, necessita di un lungo periodo di recupero.
A titolo di esempio, è possibile immaginare una esplorazione speleologica di 15 ore che saranno suddivise nelle categorie di sforzo sotto descritte:
- 6 ore di discesa dei pozzi, di progressione lenta in galleria;
- 7 ore di progressione rapida in frana, di opposizione, di risalita di pozzi;
- 2 ore di arrampicata, di progressione in meandro con superamento di strettoie.
Senza fare il dettaglio dei calcoli, la perdita totale in acqua sarà di circa 6,2 litri. Per il solo fenomeno della sete, la compensazione idrica sarà di 4,6 litri. Il debito idrico sarà dunque di 1,6 litri. Questo deficit non sarà avvertito dallo speleologo che avrà l'impressione di essere fisicamente ben equilibrato, avendo bevuto quando aveva sete. In realtà, egli è già in stato di disidratazione. Cosi', se ci riportiamo alla figura 1, è facile ricavare che per una perdita di 1,6 litri lo speleo avrà una riduzione della sua attitudine allo sforzo maggiore del 30%.
Cosa sarebbe successo se lo speleo non avesse bevuto? Rapidamente lo stato di disidratazione si accentuerà, a 2,5 litri la riduzione della capacità di sforzo sarà del 50% e gli sarà allora necessario moltiplicare per due i suoi sforzi per progredire, quindi consumando sempre più calorie, il che conduce per alcuni a memorabili "batoste", e purtroppo per altri a uno stato di spossatezza e di ipotermia.
Lo speleologo deve comprendere che allorché ha la sensazione di sete, è già troppo tardi, ha già perso una parte della sua efficacia e tutto ciò si aggraverà col passare del tempo. Porterà con se questo debito idrico che non potrà essere colmato se non con un riposo prolungato con alimentazione e bevande. La regola deve essere: bere prima di avere sete (nel corso delle esplorazioni speleologiche di lunga durata, superiori alle 8 ore).
Come conciliare questa regola con la realtà della progressione speleologica? L'ideale sarebbe di poter bere da 150 a 200 ml. di un liquido ogni 30 minuti, soprattutto nelle esplorazioni di lunga durata, fin dall'inizio. In pratica: bisogna bere 5 o 6 sorsi di un liquido almeno una volta all'ora; ma uno sforzo intenso, sostenuto, comportante un affanno e/o una sudorazione importante, impone di ridurre l'intervallo di tempo a circa 30 minuti.
Cosa bere? L'ideale é l'acqua, ma ogni speleo ha le sue abitudini, le proprie credenze ed é possibile adattarsi a queste necessità. Per gli indecisi e i nuovi adepti di questa tecnica di idratazione, possiamo proporre un semplice preparato provato nel mondo sportivo:
1 litro d'acqua + 3 grammi di sale + 50 grammi di zucchero; il tutto aromatizzato da succo d'arancia, di limone o da caffè.
Questo preparato ha il vantaggio di rimpiazzare, reidratando, il sale perso per sudorazione e di apportare dello zucchero a piccole dosi e regolarmente, il che migliora il rendimento sotto sforzo. Esistono altresi' numerosi preparati commerciali chiamati "bevande dello sforzo", che, reidratando, apportano un complemento in sali minerali e in calorie non trascurabile, maggiormente efficaci se assunti in dosi ridotte e frequenti.
Per concludere, consigliamo agli speleologi ancora scettici di provare almeno una volta, nel corso di una esplorazione di lunga durata, a bere regolarmente nel corso di tutta la progressione. Essi saranno sorpresi per la loro forma all'uscita e per la rapidità del loro recupero.